L'anno che verrà

Un cestino raccolto
in tarda primavera

Mi è parso di buon auspicio aprire questo blog con la citazione di un intramontabile successo di Lucio Dalla. 

L'anno che verrà, il 2021, comunque vada, sarà il primo dopo l'annus horribilis della pandemia di Covid, dei lockdown e delle zone gialle, rosse e arancioni.

Nel 2020 ho avuto molto tempo da dedicare alla terra, così ho cercato di imparare qualcosa in direzione della sostenibilità e dell'autoproduzione alimentare. 

Sapere da dove arriva quello che si mangia e le modalità con cui è stato coltivato è un privilegio.

Io sono principiante in fatto di orto, ma questo non mi ha impedito di riuscire a coprire l'intero fabbisogno di verdura della famiglia da aprile fino ad oggi (anche contando sull'aiuto fondamentale della mia mezza mela che si sobbarca i compiti più pesanti, come fresare la terra). 

Gli anni precedenti, l'orto era stato poco più che un "passatempo", a cui dedicavo molte meno ore. Tuttavia, anche in quei casi, pomodori, zucchine, insalata e le verdure più classiche non erano mai mancate, in stagione.

Così ho pensato di fare un piccolo passo in avanti unendo all'amore per la terra, la passione dello scrivere e contando sul fatto che il blog potrà essere anche un modo per ricevere consigli, confrontare esperienze e stimolare la discussione.

Ho speso le settimane autunnali (e continuerò a farlo) a leggere quanto più possibile riguardo le piccole coltivazioni, per cercare di arrivare pronta all'anno che verrà, che per la terra comincia prima di quanto si possa immaginare.

Mi piacerebbe riuscire a condividere con voi successi e fallimenti e cercare di trasformare questo blog in una specie di "diario di bordo", che possa essere utile anche negli anni a venire. 

Non solo la storia con la esse maiuscola e i suoi errori si ripetono, se non si impara dal passato. Anche la nostra piccola storia quotidiana ha bisogno di restare impressa dentro di noi per farci crescere, se possibile, nella direzione di un miglioramento.